CHIACCHIERANDO CON CLET by Lau

i-dee: Ciao CLET carissimo, come stai? 

CLET: Ciao cara, ti voglio bene.

i-dee: ...Grazie infinite per questa chiacchierata. Ho letto abbastanza di te e della tua nuova sperimentazione artistica... Ma non so tante cose di CLET. Ed allora la solita domanda scontata… Ma sai, non conosco la tua storia per cui mi farebbe piacere sapere, se ti ricordi il momento, se c’è stato, in cui hai capito che volevi fare l’artista.

CLET: non ricordo un momento particolare, anzi dubito sempre di volere, o potere, fare l’artista.

i-dee: Perchè lavori in Italia, ed ora a Firenze? Perchè una città artisticamente difficile come questa? 

CLET: sono arrivato in Italia nel 1990, a Roma, un mio amico mi offrì un’ opportunità di lavoro come restauratore di mobili nella sua bottega. Allora per me l’importante era uscire dalla Francia, scoprire culture nuove, affrontare difficoltà ignote, in sostanza VIVERE. Poi sono rimasto in Italia, indubbiamente qualcosa qui mi piace. 

i-dee: Un giorno ti ho sentito arrabbiato per come le istituzioni fiorentine ignorano e non gratificano personalità artistiche, come te, che hanno scelto questa città per lavorare. Perchè secondo te questa indifferenza? Perchè questa “politica di non valore”? Vuoi dirgli qualcosa?
 
CLET: Credo che ovunque ritrovi i soliti meccanismi. Chi è al potere tende a volere proteggere i propri privilegi, chi non ha potere tende giustamente a destabilizzare il troppo potere, è solo una distribuzione dei ruoli a secondo dei propri caratteri. A Firenze, il potere artistico si riposa sul suo patrimonio rinascimentale, ed io, in quanto artista, ho il dovere di destabilizzare questa pigra realtà.

i-dee: Cosa vorresti, artisticamente parlando, per Firenze?

CLET: La capacità a dubitare di se stessa, condizione irrinunciabile per potere crescere. 

 i-dee: Da quanto tempo hai iniziato a fare street art? Pensi che questa tua ricerca ti abbia reso piu’ “libero” da un punto di vista artistico? Sai… Sensazioni… Ma dopo averti tanto osservato in questi anni ti vedo e ti percepisco diverso...

CLET: Ci sarebbe da ridefinire il termine “street art” che per me vuole solo dire “arte nella strada” nel senso di arte fruibile da tutti. Poi, nella “street art”, possiamo distinguere due categorie principali, che sono quella ufficiale e quella non ufficiale. Il David di Michelangelo è di conseguenza un esempio di street art ufficiale alla quale Firenze nega il confronto contemporaneo. Liberarsi a Firenze vuole dire accettare la sfida del confronto col rinascimento. Io sono pronto. 

i-dee: Il “mondo” ama le tue performances... Se ripensi a qualche anno fa, ti sentivi veramente “amato” dal mondo oppure, oggi con la tua“uscita” nel mondo, ne hai preso completamente coscienza?
CLET: Il desiderio di essere amato è in ognuno di noi, l’artista forse lo vive in modo più “assoluto” e cerca di conseguenza un consenso ampio. Che dire… è una croce, ma anche un’esigenza estrema che ti costringe a trovare in te il meglio in assoluto, che a questo punto ben venga.





i-dee: …una sera ti ho incontrato in via S. Niccolò, poche parole su come era andata la nostra giornata e poi abbiamo parlato di un progetto artistico in corso e mi hai detto che per te l’arte esprime...

CLET: Definire l’arte sarebbe come volere definire il mondo. So soltanto che le mie energie sono limitate come la mia vita, vorrei sfruttarle al massimo e produrre sempre di più delle “cose” che abbiano un impatto massimo, che mi sembrino in quel momento la cosa più grande che io possa dare, voglio esser UTILE, e utilizzato, al massimo.

i-dee: Domanda “bianca”… Immagina di ricevere la domanda che vorresti…

 CLET: “Ti va di fare l’amore con me?” Questa è la domanda che vorrei sentire, poi la risposta me la tengo per chi mi fa la domanda.

i-dee: CLET, AmicoArtista, complimenti per il tuo “guizzo”, per la tua ricerca artistica e… Per il tuo coraggio! Continua così!

CLET: Grazie, anche tu continua così, davvero.

Lau: Ti voglio bene anch'io!


 Chiacchierando con CLET By Lau




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